venerdì 10 giugno 2016

DARK SOULS 3 Lore - Wolnir, il Signore Supremo

Orbene bentornati alla puntata settimanale con la storia di Dark Souls III. Oltre ai Signori dei Tizzoni, i grandi regnanti che intrapresero la strada del Vincolo, all'interno della "piccola" Lothric si affollano tanti personaggi, ognuno con una propria storia e un proprio epilogo, dagli NPC fino (giustamente) ai Boss, o sarebbe meglio dire Eredi del Fuoco. Gli spoiler potrebbero essere tanti, quindi la lettura è consigliata a coloro che abbiano completato almeno una volta l'epica di Miyazaki e di FromSoftware. Se invece non avete paura delle rivelazioni benvenuti ugualmente, siamo qui per ascoltare una storia alla presenza del silenzioso Ludleth: Wolnir, il Signore Supremo.


Wolnir era un grande re che dominava sulle terre desertiche di Carthus. Assai poco ci è noto sulla natura del suo governo, ma a giudicare dalla devozione che i suoi abitanti gli tributavano, possiamo dedurre che egli fosse un monarca equilibrato e retto... O semplicemente molto temuto. Fatto sta che Wolnir regnava, ma dentro di lui ben altro sentimento albergava: la paura. Una paura tanto comune quanto lesiva, ovvero quella per la morte. Pur di evitarla, egli sarebbe stato disposto a qualunque sacrificio.

Si sa bene che, quando sono al comando di qualcosa, gli uomini presto si abituano a considerarla una loro proprietà. Tale fu il destino cui andò incontro il regno di Carthus: Wolnir, pur di liberarsi dalla paura della morte, volle cercare un modo per ottenere una qualche forma di immortalità. Per conseguire questo obiettivo entrò in contatto con l'Abisso, sacrificando ad esso tutto quello che aveva e che considerava come "suo". Questo segnò il destino del suo regno, che finì in pasto all'Oscurità. I suoi abitanti vennero divorati e coloro che riuscirono a sopravvivere divennero scheletri senza volontà o scopo al di fuori della fedeltà al loro sovrano egoista.


Wolnir ottenne quindi immortalità. Ma non si accorse di quanto essa fosse distorta: divenne un comandante di legioni di scheletri, e lui stesso si trasformò un un'orribile parodia di se stesso. La sua carne marcì fino a divenire polvere, e le sue dimensioni si gonfiarono fino a farlo divenire un gigante goffo e assetato di anime. Legò la propria essenza ad un calice, che trasportava chiunque lo toccasse nella sua porzione di Abisso. Le vittime erano forzate a prendere in mano l'oggetto, in modo che poi egli potesse cibarsi di loro.

Ma neanche questo bastò. Wolnir una volta arrivato nell'Abisso si ritrovò ad avere più paura di prima. Questa volta, invece che della morte, era la paura per l'immenso nulla d'inchiostro che gli si parava davanti. Trovò il coraggio che desiderava in una spada arrugginita e da tre bracciali d'oro che recuperò da altrettanti chierici. Questo gli diede la forza di risiedere nell'Abisso e di attendere con pazienza chiunque avesse osato sfidarlo. La sua unica preoccupazione divennero i suoi monili: senza di loro, l'Abisso lo avrebbe inghiottito senza pietà.

Molti lo sfidarono ma lui li vinse tutti, forte del tempo che su di lui non aveva più effetto. E allo stesso infausto destino sarebbero andati incontro quei presuntuosi Guardiani dell'Abisso, che proprio negli ultimi tempi si erano incaponiti di venire a saccheggiare le sue spoglie.

Ma non saranno loro a giungere...

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Le puntate sulla storia principale:

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